martedì 9 ottobre 2018

Guapo

Vi ho accennato del mio carissimo amico micetto Guapo, voglio condividere con voi la sua breve ma felice esistenza con la sua famiglia umana. Quando Samu lo vide la prima volta in quella casa camuna in riva al fiume se ne innamorò. Aveva nemmeno due mesi e stava tutto nella sua mano. Guapo si attaccò a lui come in un abbraccio e questo sancì la loro unione. Come poteva non portarselo a Milano?  Certo lasciava i suoi fratellini, la mamma micia, i cani, il serpente, il merlo parlante, la farfalla errante, il verde e il suono delle gorgoglianti acque dell'Oglio. Beveva ancora dal biberon per integrare il latte materno e Gian era allergico al pelo dei gatti. Questi problemucci furono superati e Guapo lascio' la campagna per la città: la sua nuova famiglia umana già l'adorava e lui lo stesso. Il nome, in onore dell'amata Spagna, fu il più azzeccato: Guapo, bello! In effetti Guapo era un bellissimo soriano, con il suo manto tigrato dal pelo corto, nero grigio. Dopo un anno arrivo' a fargli compagnia una micetta, Hope, speranza. Abbandonata dalla mamma insieme ai sui tre fratellini nella campagna del varesotto vagava da sola senza speranza. Fu raccolta dalla famiglia di Samu e nutrita con la siringa. Così Hope divenne la compagna preferita di Guapo. Inseparabili fino a un mese fa. Tutto cominciò per una cistite, sembrava una cosa risolvibile. Guapo passò sei giorni in una clinica veterinaria dove vennero prestate le cure ritenute necessarie, ma ahimè gli venne lacerata per errore l'uretra. In quei sei lunghi giorni resto' pressoché immobile, come in coma. Si svegliava da quel torpore solo quando tentavano inutilmente di cateterizzarlo, allora raccoglieva tutte le sue forze e miagolava spasmodicamente dal dolore. A nulla sono valse le richieste dei suoi genitori umani di sollevarlo dalla sofferenza. La terapia del dolore non può essere una prerogativa umana! Anche gli animali devono poterne usufruire! ‘Tanto sono animali’ e quindi si pensa ingiustamente che noi non si soffra? Oppure in quanto animali sia 'giusto' che ci teniamo il nostro dolore? Credo che anche per noi la terapia del dolore e le cure palliative debbano diventare una consuetudine. Il settimo giorno Guapo, fu portato in un'altra clinica veterinaria ma non si poté fare altro che sopprimerlo. Aveva due anni. Sei giorni di sofferenza avevano cancellato dal suo dolce musetto e dai suoi vivaci occhi, il ricordo di un esistenza felice e armoniosa. Hope per tre giorni ha rifiutato il cibo, lo cerca ancora. Continua ad aspettare il suo Guapo.
Mi sembra di aver detto tutto. No, che Guapo manca a tutti noi. Tanto. Ciao Randi

               Guapo e Hope                                      Guapo a due mesi                                  

2 commenti:

  1. Terapia del dolore per tutti i nostri amati pelosetti e non. Basta vederli soffrire dopo aver ricevuto e ricambiato anni di affetto amore e coccole. Rina

    RispondiElimina
  2. Si, il fatto che siano animali non significa che non soffiano e che debbano soffrire inutilmente! Vanno rispettati e quindi hanno diritto anche loro alla terapia del dolore

    RispondiElimina