domenica 25 novembre 2018

Lillith

Alzando gli occhi dalle carte lo vide entrare nel suo studio, per mano teneva un ragazzo fragile. Incontrò i suoi grandi occhi e all'istante visionò tutto il suo viso, il suo mento un po' sporgente, le sue labbra semiaperte in un sorriso appena accennato. Lavorava nello stesso ambiente, lo aveva incontrato mille volte al bar, nella mensa o negli incontri ufficiali. Ma solo ora lo vedeva veramente. I suoi pantaloncini corti appena sopra le ginocchia, quelle scarpe di ginnastica, quella maglietta scura che gli dava una pelle morbida da bambino senza peluria, un ciocca di capelli appena sopra la fronte. E le sue mani..lunghe affusolate. Quella mano stretta nell'altrui mano le semprò fortissima e nello stesso tempo tenerissima. Il tempo di un istante e tutto era lì, davanti a lei. Da quel giorno, Lillith non fece che pensare a lui, non fece che vivere per lui. Sono passati oltre vent'anni, tuttora non fa che pensare a lui. Poi vincendo i battiti impietosi nel suo petto gli aveva parlato, vicendo la sua grande timidezza l'aveva corteggiato, chiudendo gli occhi per non vedersi arrossire l'aveva baciato e poi..poi, tutto, lui divenne tutto. Lei gli chiese di sposarla, lui accettò senza tanto entusiasmo a patto di non avere figli. Si sposarono un giorno bellissimo di festa grande, il piu bel giorno della sua vita. In lui realizzava l'amore che aveva sognato, la tenerezza che voleva il suo cuore, la dolcezza delle carezze che da sempre immaginava, l'allegria che facevano felici i suoi giorni ripetitivi, il fatalismo del destino umano che a volte faticava ad accettare, l'armonia della quotidianità che spesso le pesava, le risposte ai perchè delle miserie umane e di un 'mondo' crudele che spesso la contrariava. Tutto questo e altro, tanto altro. Quel giorno davanti al prete lui era bello come non mai e quel suo 'si' pronunciato con voce sicura aveva echeggiato in tutta la chiesa, fino a spegnersi nel suo cuore. Lì, per sempre. Per Lillith, quel 'si' risolveva tutti i suoi timori e i piccoli nodi che già c'erano tra di loro quando si discuteva. Poi una sera lui sparì drammaticamente dai suoi occhi e dalla loro casa, ma non dalla sua vita. Qualcuno ha insinuato che lui non fosse 'tutto questo e altro, tanto altro', che in fondo non ci teneva tanto a lei. Ma Lillith continua a vivere con lui, lui è tuttora 'tutto' e quando la sera chiude gli occhi quel'uomo diventa l'amore, la tenerezza, la dolcezza, l'allegria e la forza per accettare il destino umano. Lillith ne è certa, ed è così che passa ogni giorno, porta con orgoglio la fede nell'anulare sinistro e se alza il viso dalle sue carte lo rivede entrare nel suo studio, come quel benedetto giorno, quando se ne è perdutamente innamorata. Ancora il 'vederlo' le strappa un sorriso.    

L'Alleluia di Daniele Verzetti Rockpoeta

Rime al tempo di Instagram
Versi vuoti e pose ammiccanti
Lanciano una poesia furba
Uccidono l'impegno civile
E versi d'amore e di lotta.
Hallelujah Signore!
Mangiatori di fuoco
Avvampano e tiranneggiano popoli
Strilloni moderni circuiscono analfabeti funzionali
E ridicolizzano menti attente.
Hallelujah Signore!
E questo coro malato
Non soffocherà la mia voce
Questa spazzatura pseudo - culturale
Non mi ricoprirà mai del tutto
E combatterò questo mondo malato e crudele
Chi lo protegge in tuo nome
E chi lo protegge in suo nome.
Hallelujah Signore!
Lode a te
Fantoccio inesistente creato per soggiogarci
Io non voglio il tuo patetico ed invisibile Paradiso
E non voglio vivere l'Inferno su questa Terra.
Hallelujah Signore!
Poveri
Diseredati
Innocenti corrotti da preti dentro confessionali della vergogna
Versi stereotipati prostituiti alle luci di una ribalta vuota
Ed una società malata
Perché noi tutti siamo malati e deviati
Hallelujah Signore!

giovedì 15 novembre 2018

L'Alleluia di Today

La mia alleluia e' il suono del cellulare che rompe il sonno dell'alba per portare una buona notizia
è la voce di un'amica speciale che canta al telefono gli auguri per me
è l'amica che confida in Dio e lascia fare a Lui senza pensare che io debba fare altrettanto
è l'amica lontana che, nonostante anni di separazione, con un Tvb abbatte la distanza
La mia alleluia e' il mio amore che domani sarà a casa
è la notizia che ad un'amica l'esame medico e' andato bene
è un gattino che, dopo un brutto intervento, viene a stare meglio
e' mia sorella e mio fratello che chiamano per chiedermi come va
La mia alleluia e' la mia famiglia che, senza dare fastidio, so stretta attorno a me
e' una passeggiata con un'amica in centro e poi dirci ogni volta 'davvero bella questa nostra citta'
è sentire sulla pelle che il tempo passa e non provare alcun dolore
è accarezzare il pelo morbido di un animale mentre lui ti lecca le mani
La mia alleluia sono i miei sogni che si trasformano in piccoli e grandi progetti
è la voglia di rivederti, di ascoltarti e di parlarti
è l'incertezza del domani che si scioglie nella certezza del destino umano
è la gioia di essere un umano e di combattere contro il disumano
La mia alleluia e' questa bellissima lunga sera che passerò con te, ovunque tu sia


mercoledì 14 novembre 2018

Anonimo felino

L'ho visto oggi per la seconda volta spuntare da dietro i cespugli e le piante. Corre incontro a quella che io considero la sua mamma umana, tenendo la coda alta. La raggiunge a metà sentiero, le passa tra le gambe e poi la segue. Entrambi spariscono dietro le piante. Dalla mia vetrata guardo spesso verso gli orti, li' vive un gatto biancoarancione, mi sembra della mia età, esce raramente allo scoperto. A volte punto gli occhi nella sua direzione, fisso il sentiero che si perde sotto le piante e aspetto di vederlo spuntare e penso: sarà maschio o femmina? Avrà una cuccia calda o una tana tra i cespugli? Soffrirà il freddo e la solitudine? Andrà a caccia di topolini e lucertole? Avrà paura o sarà felice di vivere libero all'aperto? Ogni giorno una signora anziana dai capelli biondoargentati va da lui. Ogni giorno. Attraversa la strada sulle strisce bianche aspettando con pazienza che prima o poi un'auto si fermi per lasciarla passare! E allora incerta nella partenza incede veloce, curva su se stessa, dinoccolando parecchio. Nella mano stringe un sacchetto. Si inoltra nel sentiero fino alle piante e poi sparisce. Che piova, che nevichi, che faccia freddo o caldo, che sia festa o no, lei arriva tutti i giorni. Porta il cibo e amore a quel gatto. Lo chiamerà per nome mentre cammina sul sentiero? E lui la sentirà arrivare e lo so, alzerà la coda e inizierà già a fare le fusa. Vorrei vedere i loro incontri, sentire le parole della donna, assaggiare il cibo che gli porta, vorrei spiarli per tutto il tempo che stanno insieme. Vorrei dare un nome a quel gatto, oramai mio caro amico, che a volte invidio e a volte compassiono. Di certo gli voglio bene e da tempo anch io come lui attendo di vedere quella donna curva su se stessa, dal passo incerto..l'attendo ogni giorno: se lei arriva il mio amico, anonimo felino, anche oggi è vivo. Aspettando penso: 'Uscirà oggi? Le andrà incontro sul sentiero?' Oggi l'ha fatto, oggi l'ho visto! Che festa per me. Più in là il parco sembra senza vita con le sue panchine vuote, coperte da foglie secche colorate.

venerdì 9 novembre 2018

L'Alleluia di Risa

La mia alleluia è una camminata nel parco
è il mio ginocchio che non mi fa più male
sono le mie caviglie meno gonfie
La mia alleluia è un'amica che mi telefona
è un buon film alla televisione che riempie due ore di armonia
è il rinnovo della patente quando l'età diventa determinante per chi decide le tue sorti
La mia alleluia è un pranzo o una cena in compagnia
è poter aprire anche a quest'anno a Natale le ante della mia casa in montagna
è il giovedì quando esce la Settimana Enigmistica
La mia alleluia è la stima e l'accoglienza nel mio Club e l'incarico di fare un nuovo 'lavoro'
è il mio libro che viene pubblicato
è un invito a parlare ad un congresso
è una mail di un giovane studente che mi chiede indicazioni per la sua tesi
La mia alleluia è sentirmi ancora viva anche se la schiena fatica
è una notte passata bene e un'alba che mi vede in piedi
sono gli occhi che guardano ancora bene
è non soffrire di solitudine e accettare senza angoscia di 'essere vecchia' 
La mia alleluia è oggi: vado a comprarmi un golfino di cachemire con la mia amica
è  sempre ogni 'oggi'
è il giorno per giorno, per quel tanto o poco che mi resta da vivere questa lunga e bella mia esistenza



giovedì 8 novembre 2018

Randi9

Cris l'altra sera è arrivata con un trasportino mai visto, un fascicolo nello zaino, medicinali e un sacchetto pieno di scatolette di cibo per gatti. Nel pomeriggio durante il mio giretto perlustrativo, nello studio avevo notato una lettiera nuova, con sabbia pulita; la intravedevo attraverso la plastica di copertura, che senza successo ho cercato di scostare con più zampettate. Tanto che mi chiesi se Cris l'avesse coperta apposta per evitare che la usassi. Accanto c'era la tovaglietta con due ciotole, una nuova e una mia d'altri tempi. Ero inquieta, quelle novità non mi piacevano per niente. 
Cris è andata direttamente nello studio, mettendo un ostacolo di traverso alla porta così da impedirmi l'accesso. Ma l'odore che aveva invaso la casa era inconfondibile: quello di animali rabbiosi o rassegnati, costretti, sofferenti e malati. Questi odori li so distinguere bene, li sento ogni volta che vado da Barbara, la mia veterinaria. In quegli odori c'è tutta l'anima sofferente dei miei simili passati nelle cliniche veterinarie per tanto o poco tempo, i loro lamenti spesso silenziosi, la loro inutile ribellione al dolore, la loro paura e la loro solitudine. 
Misa era stata dimessa, le avevano tolto dopo una settimana il catetere, non urinava, ma il veterinario aveva assicurato che 'nel suo ambiente' l'avrebbe fatto. Così era venuta da noi per 'convalescenza', dalla nonna con gli altri gatti e il cane non sarebbe stato possibile darle uno spazio tutto suo, dove stare in santa pace. Sinceramente, pur comprendendo la sua situazione, a me la cosa non era piaciuta molto, tanto che a notte fonda, quando finalmente 'tutto' dormiva sono riuscita a saltare l'ostacolo ed entrare nello studio. L'ho 'soffiata' più volte perchè volevo sapesse che, comunque fosse la sua salute, quel territorio era mio, tutta la casa era mia. Misa l'aveva capito e, raccogliendo le sue scarse forze, si era rintanata spaventata in un angolino. Adesso, con il senno di poi, capisco di aver esagerato con lei ma il mio istinto ha prevalso. Questa mattina Cris l'ha ripotata in clinica perchè non ha mai urinato, stava male e soffriva. Hanno dovuto rimetterle il catetere e chissà dovranno rioperarla perchè qualcosa 'impedisce' il deflusso dell'urina. Per quanto ho capito forse lo stent 'blocca' lo sfintere della vescica. Confesso che ora mi sento un 'verme' più che una gatta ragionevole di sedici anni, non dovevo 'soffiarla'..
Ho visto la lunga cicatrice che le attraversa verticalmente il pancino, la zampetta dolorante dove l'ago permanente per la flebo le ha lasciato un solco ancora insanguinato, il pelo rasato in più parti del corpo..e quel poco pelo rimasto era imbiancato di forfora. Cris le aveva pulito delicatamente le zampette, l'aveva spazzolata e rinfrescata con le salviettine umide e profumate che usa anche per me. 
Ora me ne sto nel mio divanetto e guardo distratta il parco e la sua 'vita' e penso a Misa, sofferente, sola, spaventata e stanca di essere lontano dalla nonna, rinchiusa in una gabbietta con flebo e catetere..spero ritorni qui per la convalescenza, ci divideremo il 'territorio' e la lascerò in pace. Nello studio è rimasta la lettiera nuova e le sue ciotole. E io l'aspetto.