giovedì 8 novembre 2018

Randi9

Cris l'altra sera è arrivata con un trasportino mai visto, un fascicolo nello zaino, medicinali e un sacchetto pieno di scatolette di cibo per gatti. Nel pomeriggio durante il mio giretto perlustrativo, nello studio avevo notato una lettiera nuova, con sabbia pulita; la intravedevo attraverso la plastica di copertura, che senza successo ho cercato di scostare con più zampettate. Tanto che mi chiesi se Cris l'avesse coperta apposta per evitare che la usassi. Accanto c'era la tovaglietta con due ciotole, una nuova e una mia d'altri tempi. Ero inquieta, quelle novità non mi piacevano per niente. 
Cris è andata direttamente nello studio, mettendo un ostacolo di traverso alla porta così da impedirmi l'accesso. Ma l'odore che aveva invaso la casa era inconfondibile: quello di animali rabbiosi o rassegnati, costretti, sofferenti e malati. Questi odori li so distinguere bene, li sento ogni volta che vado da Barbara, la mia veterinaria. In quegli odori c'è tutta l'anima sofferente dei miei simili passati nelle cliniche veterinarie per tanto o poco tempo, i loro lamenti spesso silenziosi, la loro inutile ribellione al dolore, la loro paura e la loro solitudine. 
Misa era stata dimessa, le avevano tolto dopo una settimana il catetere, non urinava, ma il veterinario aveva assicurato che 'nel suo ambiente' l'avrebbe fatto. Così era venuta da noi per 'convalescenza', dalla nonna con gli altri gatti e il cane non sarebbe stato possibile darle uno spazio tutto suo, dove stare in santa pace. Sinceramente, pur comprendendo la sua situazione, a me la cosa non era piaciuta molto, tanto che a notte fonda, quando finalmente 'tutto' dormiva sono riuscita a saltare l'ostacolo ed entrare nello studio. L'ho 'soffiata' più volte perchè volevo sapesse che, comunque fosse la sua salute, quel territorio era mio, tutta la casa era mia. Misa l'aveva capito e, raccogliendo le sue scarse forze, si era rintanata spaventata in un angolino. Adesso, con il senno di poi, capisco di aver esagerato con lei ma il mio istinto ha prevalso. Questa mattina Cris l'ha ripotata in clinica perchè non ha mai urinato, stava male e soffriva. Hanno dovuto rimetterle il catetere e chissà dovranno rioperarla perchè qualcosa 'impedisce' il deflusso dell'urina. Per quanto ho capito forse lo stent 'blocca' lo sfintere della vescica. Confesso che ora mi sento un 'verme' più che una gatta ragionevole di sedici anni, non dovevo 'soffiarla'..
Ho visto la lunga cicatrice che le attraversa verticalmente il pancino, la zampetta dolorante dove l'ago permanente per la flebo le ha lasciato un solco ancora insanguinato, il pelo rasato in più parti del corpo..e quel poco pelo rimasto era imbiancato di forfora. Cris le aveva pulito delicatamente le zampette, l'aveva spazzolata e rinfrescata con le salviettine umide e profumate che usa anche per me. 
Ora me ne sto nel mio divanetto e guardo distratta il parco e la sua 'vita' e penso a Misa, sofferente, sola, spaventata e stanca di essere lontano dalla nonna, rinchiusa in una gabbietta con flebo e catetere..spero ritorni qui per la convalescenza, ci divideremo il 'territorio' e la lascerò in pace. Nello studio è rimasta la lettiera nuova e le sue ciotole. E io l'aspetto.     


3 commenti:

  1. Spero che Misa superi questo brutto momento. Saluti.

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  2. Speriamo bene. Buon pomeriggio.
    sinforosa

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  3. Che tristezza:gli animali quando stanno male, non possono spiegarsi parlando, se ne stanno silenziosi e soli in attesa che il destino decida!Un grattino Misa guarisci presto!

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