E mentre Misa muore la ‘gente non lo sa’, cammina, mangia e
beve, lavora, dorme, viaggia, parla, legge, scrive, fa l’amore, va a ballare o
al cinema, piange, soffre, impreca, si chiude in se stessa..la gente vive e
muore. È solo una gattina di nove anni, oramai ridotta a un chilo e otto etti,
che da quattro mesi ha lottato con tutte le sue forze per vivere. Ha sopportato
difficili e dolorosi interventi chirurgici, aghi, iniezioni, esami di ogni
tipo, passando da una clinica veterinaria all’altra. Un giorno dopo il secondo
intervento e' venuta a casa nostra per la convalescenza. Cris le aveva
allestito nello studio tutto l’occorrente, apposta per lei. Misa aveva il suo
divanetto vicino alla finestra, cosicché potesse guardate il parco e prendere
il sole, una lettiera nuova, una casetta di pile imbottita con una copertina di
pile affinché non avesse freddo, sul pavimento coperte di lana per ripararla
dal freddo, sul grande divano c’era una calda coperta e nell’angolo preferito
da Misa c’era il maglione beige di lana di Cris; Misa si sdraiava sopra e
dormiva.
Ero un po' gelosa per le attenzioni che Cris le dedicava in
continuazione, la imboccava, le dava da bere con una siringa, le faceva le
flebo, la puliva, la coccolava e le dava un sacco di medicine e il collirio per
gli occhietti che teneva sempre chiusi a causa dell'herpes contratto in clinica
e di un forte raffreddore. Misa non miagolava mai e senza opporsi si lasciava
fare ogni cosa. Forse sapeva che tutto ciò era per il ‘suo bene’. La guardavo
dallo ‘steccato’ improvvisato, che divideva lo studio dal corridoio, sentivo il
suo odore, la vedevo migliorare di giorno in giorno, mangiare da sola, bere
dalla ciotola, prendere il sole e guardare curiosa il parco. A volte si
avvicinava allo ‘steccato’ e allora ci guardavamo, ora i suoi occhietti erano
quasi guariti. In realtà a volte l’ho soffiata, volevo sapesse che comunque
quel territorio era mio è che lei era un ospite. Ma dentro di me mi dispiaceva
vederla tribolare, la lunga ferite sull'addome privo di peli mi impressionava,
la sua magrezza lasciava intravedere la forma delle ossa, il suo incedere
dinoccolato come se perdesse l’equilibrio mi inteneriva, le volevo bene come fosse
una nipotina. Una notte Misa salto' lo ‘steccato’, come un cerbiatto e di corsa
entrò nel mio bagno. Un balzo felino ed ero lì a difendere le mie cose private!
La soffiai intimidendola al punto da tenerla ferma fino all’arrivo immediato di
Cris. Da allora Misa saltava in ogni occasione lo steccato, si era ripresa bene
e lo spazio dello studio non le bastava più. Torno' allora dalla nonna, a casa
sua.
E mentre Misa muore io mi pento di averla soffiata e la vorrei
ancora qui. A casa della nonna ad un certo punto prese di nuovo il raffreddore,
non mangiava più, faticava nei movimenti. A nulla servivano le coccole, le flebo, il
fatto che venisse imboccata…Be' insomma alla fine Cris l ha riportata da Alice,
la sua veterinaria. Tornò a casa subito 'non era nulla di che' bisognava ‘farla mangiare’.
Questo mercoledì..ma Misa non si riprendeva, era sempre più debole e ‘fredda’.
Finchè venerdì Cris l'ha riportata in clinica, le condizioni erano critiche, non si
riusciva a prendere la temperatura 'da Misa, mi aspetto tutto, in passato ha
superato inaspettatamente tanti momenti duri quando nessuno ci sperava.
Proviamo, Misa non si arrende' disse Alice. E lei nella sua grande gabbia con
la lampada addosso a riscaldarla, coperte, boule dell’acqua calda, fluidi caldi
in vena, sdraiata sul maglione di lana beige di Cris combatteva la sua ultima
battaglia. Una notte di attesa, piccoli miglioramenti. Alice ci crede ancora,
'da Misa ci si può aspettare di tutto'. Ieri
Cris l'ha imboccata, le ha tenuto le mani calde sul corpicino inerme. Misa non si muoveva quasi più. Temperatura 33 gradi, troppo bassa. Esami non buoni, acidosi troppo
elevata.
Oggi, domenica giorno di festa, Cris con fatica l’ha imboccata
di nuovo e all’improvviso e inaspettatamente Misa le è saltata in braccio,
raccogliendo da chissà dove la forza. L’ha tenuta contro di sè per scaldarla.
Una piuma, inerme stava nelle sue braccia.
Poi l’ha adagiata sul maglione di lana beige per farla riposare e subito,
in quell’istante, Misa ha smesso di respirare. Di corsa ad intubarla..poi l
inevitabile difficile decisione della sua famiglia umana 'stacchiamo il tubo'.
E ora mentre Misa muore io vorrei morire con lei. Mi metto sul
mio divanetto e ricordo il suo musetto dolce e com’era lei: fragile, indifesa,
fiduciosa nelle mani degli uomini e pacata nei confronti di noi suoi simili. Io
la soffiavo e lei non faceva una piega, mi guardava senza scomporsi come a
dirmi ‘ma perché mi soffi e te la prendi così tanto?’.
Ho sentito una persona dire 'è solo un gatto'. Sì, è vero siamo
solo gatti, ma siamo esseri viventi con sentimenti, dolori, gioie come voi...e
poi quanto bene vi vogliamo! E quante volte vi coccoliamo con le nostre fuse e
vi gironzoliamo attorno quando vi vediamo tristi o stressati. Quante volte
durante il giorno vi pensiamo, mentre aspettiamo il vostro ritorno. E ancora
prima di vedervi sentiamo il vostro passo arrivare e siamo già lì, dietro la
porta, pronti a farvi festa con la coda alzata e a strusciarsi sulle vostre
scarpe, attendendo una vostra carezza. Siamo solo gatti, ma morire ci fa male
come a voi. 'Il mondo' non si è accorto che Misa è morta, 'nessuno' sa come ha
vissuto e quanto ha dato e ricevuto..e io ringrazio chi le ha voluto bene come
me e forse più di me: la nonna Francesca, Roberto, Federica, Roberta, Cris,
Paola, Orazio, Alice, Federico, Barbara, Emilio, Alessia, Luca, Ab, Silvia,
Gemma, Rina, Nino, Gianluca, Samuele, Mariarita, Marisa, Macchia, Striscia,
Mammabianca, Manu', Pandora, Nerone, Yoko e forse tanti altri che l hanno
conosciuta. A Misa era impossibile non volere bene. Con il senno di poi si è
capito che forse un medicinale somministrato troppo a lungo ha causato effetti
collaterali che le hanno rallentato e poi bloccato le funzioni normali del suo
organismo. Nessuno ci ha pensato. E’ rimasto dell’amaro in bocca e nel cuore,
si poteva ‘fare di più’ e meglio? Forse si, forse Misa sarebbe ancora tra noi con
la sua dolcezza riservata e la sua voglia di vivere. Lei ce l’aveva proprio
messa tutta!! E noi?
Sono triste, mi manchi tanto piccola Misa! Tua Randi